Copyright: Internet è un Giano bifronte

Internet come una medaglia a due facce, quella che piace e quella che decisamente non va. Specie poi quando si parla di opere dell’ingegno e, di conseguenza, di diritti d’autore. Così ne parla con l’Agi l’avvocato Giorgio Assumma, presidente della Società italiana editori e autori, più semplicemente Siae. Il web è una medaglia a due facce perchè «per un verso le nuove tecnologie aprono nuovi binari per far accedere masse enormi di consumatori intellettuali alla percezione e fruizione di opere dell’ingegno di qualsiasi specie: letterario, teatrale, musicale, artistico», ma per un altro verso «questo flusso è difficilmente controllabile sul web. Così Internet diventa estremamente positivo se la fruizione di opere non lede i diritti degli autori, ma diventa pericoloso se non permette la tutela di questi diritti». Assumma sottolinea che oggi sono due le teorie che si propongono per risolvere, o tentare di risolvere, il problema. La prima è quella di «rendere del tutto libero l’accesso alle opere, sacrificando i diritti d’autore sull’altare del progresso della cultura.Il danno grave è che se gli autori vengono privati del diritto di autorizzare la diffusione delle loro opere, finiscono con il perdere il diritto, finisce l’incentivazione e si rischia il pericolo concreto che gli autori diventino sempre meno». La seconda strada è quella d’impronta francese, ovvero si potrebbe dare libero accesso ma facendo pagare un prezzo ai provider, ai soggetti che gestiscono i siti. A giudizio di Assumma, «è questa una forma migliore dell’altra perchè quanto meno garantisce un profitto per l’autore». Ma per il presidente della Siae c’è anche una terza via. L’opera dell’ingegno, a qualsiasi genere appartenga, costituisce - spiega Assumma - un «vero e proprio colloquio che l’autore instaura con una platea spesso indeterminata di fruitori. C’è un principio fondamentale di tutti i sistemi giuridici che viene riconosciuto a qualsiasi individuo: il diritto delle scelte relazionali, ovvero ogni individuo ha il diritto di stabilire se vuole o meno parlare con qualcuno, esprimendo le proprie idee. E se decide di parlare, decide anche con chi farlo, quando farlo, dove e come farlo. Se dunque l’opera è un colloquio, indipendentemente dal ricavo economico che il suo impiego può garantire all’autore, appare certo che l’autore può stabilire come e quando e chi possa utilizzarlo». Per Assumma, quindi, se si applica la formula di origine francese, è vero che si garantisce un provento economico all’autore, «ma è anche vero che un autore non può più stabilire tempi e modalità in cui mettere in pubblico le proprie opere». Pertanto il presidente della Siae è dell’avviso che «poichè le opere hanno più modalità di diffusione, lasciare gli autori liberi di stabilire quali siano le opere che loro intendono far veicolare attraverso il web». A giudizio di Assumma questa soluzione sarebbe facile applicarla in Italia, «perchè l’autore lo stabilisce nel momento in cui deposita l’opera in Siae. A mio avviso, questo rispetta il diritto della scelta relazionale e nel contempo l’autore riceverebbe il copmpenso che gli è dovuto per la sua opera dell’ingegno». Sembra l’uovo di Colombo, eppure non si riesce ad applicarla questa soluzione. «Non si riesce - rileva Assumma, precisando che comunque questa è una opinione tutta personale - perchè gli stessi autori avrebbero interesse a far finire un’opera sul web. Infatti sarebbero tantissimi nella possibilità di vederla grazie ad Internet, la platea di visitatori sarebbe elevata, cosa che invece non sempre può accadere diversamente...». Assumma sostiene anche che attraverso i proventi della pubblicità o degli abbonamenti al sito si potrebbero ricavare i compensi da destinare agli autori. «Ritengo che i giovani autori siano propensi a questo criterio perchè diversamente, con la crisi del disco e una certa chiusura delle grandi emittenti televisive nei loro confronti, rischierebbero di restare ai margini, senza sbocchi. Invece attraverso Internet avrebbero uno sbocco». Gioie e dolori, dunque, con Internet: perchè da un lato dà qualcosa all’autore, dall’altro però lo espropria del diritto di fare della propria opera quello che vuole. E «far quadrare il cerchio è davvero difficile».
fonte La stampa

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