Semplificazione e trasparenza amministrativa, garanzia di un uso attento e di una tutela efficiente dei dati personali raccolti ed utilizzati a fini di giustizia, la difesa dei diritti. Questi i temi cui il Garante della protezione dei dati personali ha dato e intende dare in futuro la massima attenzione. Secondo il Presidente Pizzetti, che oggi ha relazionato dinanzi al Parlamento sull'attività svolta dal Collegio nel 2007, il bisogno di sicurezza dei cittadini continua ad essere avvertito come una priorità tuttavia c'è da fare i conti con una tecnologia che si sviluppa senza sosta. E con internet. "I motori di ricerca, che ogni giorno accumulano pagine web cariche di tracce e notizie su di noi, sono i moderni caleidoscopi di una realtà che noi stessi alimentiamo ma che non dominiamo".
Infatti, leggendo la Relazione balza all'attenzione come, durante l'anno trascorso, le tecnologie hanno costituito il settore che più ha sfidato l'impegno dell'Autorità. Dalle tecnologie del controllo (ad esempio sui mezzi di trasporto o i sistemi di localizzazione) alle tecnologie della comunicazione. In quest'ultimo settore i provvedimenti adottati sono importanti a partire da quello che definisce i tempi massimi di tenuta dei dati di traffico telefonico e telematico al divieto in capo alle società private di svolgere un monitoraggio sistematico sulla navigazione degli utenti in Internet. Non si possono non citare i provvedimenti per facilitare la vita ai cittadini come quelli relativi alle bollette telefoniche in chiaro e quelli sui servizi non richiesti e le chiamate indesiderate.Le nuove generazioni, che il Presidente ha definito "native di internet" per distinguerle da quelle "immigrate in internet" ovvero quelle non più giovani fanno i conti con un nuovo mondo virtuale, il Mondo delle meraviglie e un Autorità che si definisce moderna e in movimento non può non guardare con "vigile attenzione" al diffondersi di Youtube, Myspace, Facebook che consentono a milioni e milioni di persone di scambiarsi notizie, informazioni, immagini destinate a restare per sempre sulla rete determinando in futuro, specie nel momento dell'accesso al lavoro, rischi anche gravi per giovani e giovanissimi che spesso usano queste tecnologie con spensieratezza e inconsapevolezza. "Sentiamo il dovere - ha detto Pizzetti - di dare al più presto su tutte queste novità indicazioni chiare anche per consentire agli utenti un usi più attento e informato".
E passiamo all'altro argomento di grande attualità: le intercettazioni telefoniche, "le forme più invasive della nostra sfera personale". Già il Presidente Fini, nel suo breve intervento di benvenuto, ha detto: "Siamo un Paese in cui le intercettazioni raggiungono numeri assai elevati tanto da porre un problema di opportunità". Il Presidente ha così chiarito i termini del problema: "un primo nodo vero è se e fino a che punto sia giusto che notizie acquisite nel corso di indagini giudiziarie possano essere rese pubbliche al di fuori del processo e spesso prima ancora che il processo inizi. L'eventuale pubblicazione del contenuto da parte dei media trova fondamento esclusivamente nel diritto di cronaca e di informazione: questo impone il rispetto delle regole del codice deontologico dei giornalisti; la raccolta delle informazioni in modo legittimo e senza raggiri e il rispetto della dignità della persona. Su questi temi l'Autorità è intervenuta più volte e in ultimo il Governo con il disegno di legge sulle intercettazioni ha dato al Garante il potere di imporre la pubblicazione dei provvedimenti volti a censurare comportamenti scorretti da parte della stampa o dei mezzi di informazione. Un secondo nodo è se i tipi di reato per i quali si può fare ricorso a queste tecniche investigative e il numero concreto delle intercettazioni svolte siano o no eccessivi. Nel nostro Paese - è un dato di fatto incontrovertibile - che il numero delle intercettazioni sia molto elevato. Quello che a noi tocca ribadire è che questi dati, come tutti quelli giudiziari, devono essere protetti con vincoli giuridici più chiari e penetranti e con misure tecniche adeguate.
Infatti, leggendo la Relazione balza all'attenzione come, durante l'anno trascorso, le tecnologie hanno costituito il settore che più ha sfidato l'impegno dell'Autorità. Dalle tecnologie del controllo (ad esempio sui mezzi di trasporto o i sistemi di localizzazione) alle tecnologie della comunicazione. In quest'ultimo settore i provvedimenti adottati sono importanti a partire da quello che definisce i tempi massimi di tenuta dei dati di traffico telefonico e telematico al divieto in capo alle società private di svolgere un monitoraggio sistematico sulla navigazione degli utenti in Internet. Non si possono non citare i provvedimenti per facilitare la vita ai cittadini come quelli relativi alle bollette telefoniche in chiaro e quelli sui servizi non richiesti e le chiamate indesiderate.Le nuove generazioni, che il Presidente ha definito "native di internet" per distinguerle da quelle "immigrate in internet" ovvero quelle non più giovani fanno i conti con un nuovo mondo virtuale, il Mondo delle meraviglie e un Autorità che si definisce moderna e in movimento non può non guardare con "vigile attenzione" al diffondersi di Youtube, Myspace, Facebook che consentono a milioni e milioni di persone di scambiarsi notizie, informazioni, immagini destinate a restare per sempre sulla rete determinando in futuro, specie nel momento dell'accesso al lavoro, rischi anche gravi per giovani e giovanissimi che spesso usano queste tecnologie con spensieratezza e inconsapevolezza. "Sentiamo il dovere - ha detto Pizzetti - di dare al più presto su tutte queste novità indicazioni chiare anche per consentire agli utenti un usi più attento e informato".
E passiamo all'altro argomento di grande attualità: le intercettazioni telefoniche, "le forme più invasive della nostra sfera personale". Già il Presidente Fini, nel suo breve intervento di benvenuto, ha detto: "Siamo un Paese in cui le intercettazioni raggiungono numeri assai elevati tanto da porre un problema di opportunità". Il Presidente ha così chiarito i termini del problema: "un primo nodo vero è se e fino a che punto sia giusto che notizie acquisite nel corso di indagini giudiziarie possano essere rese pubbliche al di fuori del processo e spesso prima ancora che il processo inizi. L'eventuale pubblicazione del contenuto da parte dei media trova fondamento esclusivamente nel diritto di cronaca e di informazione: questo impone il rispetto delle regole del codice deontologico dei giornalisti; la raccolta delle informazioni in modo legittimo e senza raggiri e il rispetto della dignità della persona. Su questi temi l'Autorità è intervenuta più volte e in ultimo il Governo con il disegno di legge sulle intercettazioni ha dato al Garante il potere di imporre la pubblicazione dei provvedimenti volti a censurare comportamenti scorretti da parte della stampa o dei mezzi di informazione. Un secondo nodo è se i tipi di reato per i quali si può fare ricorso a queste tecniche investigative e il numero concreto delle intercettazioni svolte siano o no eccessivi. Nel nostro Paese - è un dato di fatto incontrovertibile - che il numero delle intercettazioni sia molto elevato. Quello che a noi tocca ribadire è che questi dati, come tutti quelli giudiziari, devono essere protetti con vincoli giuridici più chiari e penetranti e con misure tecniche adeguate.
fonte helpconsumatori.it