ANDARE A GIRO, specie in vacanza, senza contanti e pagare con la carta di credito o il ‘pagobancomat’ è indubbiamente una grande comodità. Anche un rischio, però, in particolare di questi tempi. Ne sanno qualcosa una trentina (almeno) di famiglie che mentre si trovavano al mare (o in montagna o sul lago) a godersi le ferie si sono viste le vacanze rovinate dalla clonazione delle loro ‘tesserine’. In qualche caso - specie per chi era all’estero - con grossi problemi di liquidità, perché qualche conto corrente è stato quasi prosciugato completamente dai clonatori.
SECONDO la polizia postale e delle telecomunicazioni - che tra le sue attività ha anche quella di indagare sulle truffe telematiche e simili - molto spesso le carte di credito clonate vengono rapidamente utilizzate dalle bande di truffatori per fare acquisti su Internet. La truffe fatte con le carte di credito sono in forte aumento e non si tratta di un fenomeno legato solo alla clonazione delle tessere magnetiche ma anche della alterazione del Pos (lo strumento che legge i dati sulla banda magnetica). Non solo c’è anche chi riesce a modificare gli apparecchi bancomat per il prelievo senza che la banca stessa se ne accorga.
LE TECNICHE a disposizione per riprodurre carte di credito sono molte, ma tutte hanno lo scopo di impossessarsi dei dati contenuti nella banda magnetica della carta. Ciò può avvenire in diverse occasioni: durante il prelievo a un bancomat, nel corso delle transazioni via internet, sottraendo in fase di spedizione l’estratto conto o la carta stessa inviata dalle banche al titolare, utilizzando carte di credito rubate o smarrite, recuperando dati tramite gli scontrini di carte di credito gettati via incautamente dopo un acquisto. Nella maggioranza dei casi, per clonare le carte di credito viene utilizzata la tecnica dello skimming, un processo nel quale i dati contenuti nella banda magnetica di una carta originale sono copiati in quella falsa, senza che il legittimo proprietario ne venga a conoscenza; ciò avviene per mezzo di uno «skimmer», ovvero di un lettore che, all’atto di un pagamento effettuato tramite terminale ‘Pos’, cattura i dati della banda magnetica con la semplice ‘strisciata’ della carta di credito all’interno della feritoia in esso presente.
QUESTI dispositivi non sono altro che piccoli registratori in grado di carpire e immagazzinare diverse centinaia di dati dalle bande magnetiche: i dati copiati vengono poi trasferiti su un supporto plastico idoneo, che riproduce l’aspetto di una carta di credito poi utilizzata dal truffatore. In molte occasioni, la manomissione di un terminale ‘Pos’ avviene in concomitanza di un furto, reale o simulato, presso un punto vendita.
IN QUESTI ultimi tempi, poi, si è registrato anche un forte incremento delle truffe telematiche vere e proprio, perpetrate tramite false e-mail. Ovvero il ‘phishing’, del quale sono rimasti vittime anche numerosi pisani, che vìola i sistemi di sicurezza della banca, puntando a catturare in modo fraudolento i codici di accesso all’Internet Banking dei clienti. Si tratta appunto di un sistema illegale per raccogliere dati sensibili come le informazioni sulla propria carta di credito o accessi ad account bancari. La truffa avviene attraverso la ricezione di una e-mail, che sembra inviata dalla banca stessa, in cui si richiede di accedere ad un link (che sembra riportare al sito ufficiale di tale banca) e di inserire i propri codici di accesso. In realtà, seguendo le istruzioni riportate, il cliente si collega al sito del truffatore e a esso trasmette le informazioni personali inserite. A quel punto la ‘frittata’ è fatta...
fonte la nazione
SECONDO la polizia postale e delle telecomunicazioni - che tra le sue attività ha anche quella di indagare sulle truffe telematiche e simili - molto spesso le carte di credito clonate vengono rapidamente utilizzate dalle bande di truffatori per fare acquisti su Internet. La truffe fatte con le carte di credito sono in forte aumento e non si tratta di un fenomeno legato solo alla clonazione delle tessere magnetiche ma anche della alterazione del Pos (lo strumento che legge i dati sulla banda magnetica). Non solo c’è anche chi riesce a modificare gli apparecchi bancomat per il prelievo senza che la banca stessa se ne accorga.
LE TECNICHE a disposizione per riprodurre carte di credito sono molte, ma tutte hanno lo scopo di impossessarsi dei dati contenuti nella banda magnetica della carta. Ciò può avvenire in diverse occasioni: durante il prelievo a un bancomat, nel corso delle transazioni via internet, sottraendo in fase di spedizione l’estratto conto o la carta stessa inviata dalle banche al titolare, utilizzando carte di credito rubate o smarrite, recuperando dati tramite gli scontrini di carte di credito gettati via incautamente dopo un acquisto. Nella maggioranza dei casi, per clonare le carte di credito viene utilizzata la tecnica dello skimming, un processo nel quale i dati contenuti nella banda magnetica di una carta originale sono copiati in quella falsa, senza che il legittimo proprietario ne venga a conoscenza; ciò avviene per mezzo di uno «skimmer», ovvero di un lettore che, all’atto di un pagamento effettuato tramite terminale ‘Pos’, cattura i dati della banda magnetica con la semplice ‘strisciata’ della carta di credito all’interno della feritoia in esso presente.
QUESTI dispositivi non sono altro che piccoli registratori in grado di carpire e immagazzinare diverse centinaia di dati dalle bande magnetiche: i dati copiati vengono poi trasferiti su un supporto plastico idoneo, che riproduce l’aspetto di una carta di credito poi utilizzata dal truffatore. In molte occasioni, la manomissione di un terminale ‘Pos’ avviene in concomitanza di un furto, reale o simulato, presso un punto vendita.
IN QUESTI ultimi tempi, poi, si è registrato anche un forte incremento delle truffe telematiche vere e proprio, perpetrate tramite false e-mail. Ovvero il ‘phishing’, del quale sono rimasti vittime anche numerosi pisani, che vìola i sistemi di sicurezza della banca, puntando a catturare in modo fraudolento i codici di accesso all’Internet Banking dei clienti. Si tratta appunto di un sistema illegale per raccogliere dati sensibili come le informazioni sulla propria carta di credito o accessi ad account bancari. La truffa avviene attraverso la ricezione di una e-mail, che sembra inviata dalla banca stessa, in cui si richiede di accedere ad un link (che sembra riportare al sito ufficiale di tale banca) e di inserire i propri codici di accesso. In realtà, seguendo le istruzioni riportate, il cliente si collega al sito del truffatore e a esso trasmette le informazioni personali inserite. A quel punto la ‘frittata’ è fatta...
fonte la nazione