Dalla privacy alla sicurezza

I recenti fatti di cronaca relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2005 pubblicate dall'Agenzia delle Entrate hanno riportato alla ribalta l'argomento della riservatezza dei dati personali. La sensibilità delle aziende italiane alla privacy è ancora minima. I controlli sono pochi e chi trascura questo aspetto della struttura tecnico informatica aziendale non teme conseguenze. In Italia è diffusa l'idea "ingiustificata" per cui se un illecito è molto frequente questo smetta di essere perseguibile. L'adeguamento alla norma sulla riservatezza dei dati personali (regolata in Italia dal decreto legislativo n.196 del 30 giugno 2003) è ancora vissuto come un ulteriore peso per le PMI italiane.
Tale adeguamento ha un risvolto che non andrebbe trascurato: l'educazione, in azienda, ad una sana vita telematica. Non è raro vedere in uso, nelle imprese italiane antivirus e sistemi operativi non aggiornati, piattaforme peer-to-peer e software pirata. La privacy diventa così un risvolto di un problema molto più vasto e pericoloso.
Questo risvolto è confermata dallo studio annuale sulla pirateria software nel mondo, realizzato a livello internazionale da International Data Corporation (IDC) per la Business Software Alliance (BSA), pubblicato il 14 maggio 2008, che vede attestarsi al 49% il tasso d'illegalità nel nostro paese. Tali atteggiamenti rendono molto più vulnerabili le reti aziendali mettendo in pericolo i dati, i progetti e i documenti interni, vero "tesoro" di ciascun'impresa. Si mettono a repentaglio inoltre i dati personali di clienti, dipendenti, partner e ignari individui.
Se, oltre a subire danni direttamente, si è anche causa indiretta di danni altrui, le conseguenze diventano molto più gravi, giungendo anche alla responsabilità penale. Essendo la norma raccolta in un testo unico non è impossibile, per le piccole aziende, gestirla in autonomia, senza sobbarcarsi ulteriori spese di consulenza. Sarebbe sufficiente per molti osservare semplicemente le "misure minime di sicurezza" (Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 - Titolo V - Capo II - Misure minime di sicurezza).
fonte pmi.it

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