Si riunisce la squadra di Ultimo Lettera all'Arma: "Lo scortiamo noi"

Noi siamo quelli che un tempo ci chiamavamo CRIMOR, gli uomini dell’uomo che si chiamò Ultimo, quelli che oggi vengono accusati ed offesi. Il nostro Comandante viene colpito alle spalle da basse insinuazioni e viene privato della scorta, in un Paese dove la scorta viene concessa, come status symbol, anche a chi cannibalizza il Paese.

Noi ci offriamo, tutti noi, in congedo o in servizio, per scortare e difendere il nostro Comandante dalle insidie della Mafia. Una Mafia che arringa, tiene banco e spiega la storia, utilizzando come uditorio spettacoli televisivi grondanti falsità ed odio nei confronti di chi ha sofferto e combattuto.

Noi ascoltiamo e dentro cresce la rabbia, la stessa con cui abbiamo combattuto i nemici della Patria. Ma quelli erano più onesti, utilizzavano armi convenzionali e finivano in galera, non nelle trasmissioni… E chi ha vestito una divisa, e poi una toga ed ora siede tra i banchi del potere non può parlare senza cognizione di causa e condividere ciò che propagano certe persone con doppi fini.

Noi abbiamo combattuto per tutti, loro invece sembra che combattano solo per sé stessi, per la loro crescita in potere e ricchezza.

Noi abbiamo il cuore a pezzi ed ogni falsità, ogni celebrazione del male allarga la ferita, ma siamo qui, nell’ombra dell’uomo che ha camminato, sempre, verso la luce della legalità e della salvaguardia dello Stato.
Quel che resta del gruppo di Capitano Ultimo

Era per me doveroso pubblicarla


14/1/2010 Ridata la scorta a Capitano Ultimo Nel 1993 arrestò il boss Riina

Gli avevano tolto la scorta qualche mese fa, senza un motivo apparente. 120 carabinieri si erano offerti di vigilare su di lui nel loro tempo libero e ora il comitato per la sicurezza personale ha fatto marcia indietro. Capitano Ultimo, l’uomo che nel 1993 ha arrestato Totò Riina, ha riavuto la sua scorta e ora non sarà più costretto a girare per strada da solo.

La notizia della nuova scorta per il colonnello Sergio De Caprio arriva da Studio Aperto, il telegiornale di Italia Uno diretto da Mario Giordano, che in un servizio esclusivo firmato da Enrico Fedocci ha mandato in onda il testo dell’ordinanza firmata dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro.

"L'ufficio centrale interforze per la sicurezza personale - si legge nella circolare - ha disposto per il colonnello Sergio De Caprio l'istituzione della misura della scorta su autovettura di servizio, con decorrenza immediata". Era stato lo stesso tg di Italia Uno a denunciare ai primi di ottobre che all’ufficiale dei carabinieri era stata revocata la sicurezza. I giornali ripresero la notizia e scoppiò un caso. A tal punto che 120 carabinieri di Palermo si offrirono volontari per scortare l’ufficiale nel loro tempo libero e con le auto private.

Una patata bollente per il Comando Generale dell'Arma dei carabinieri che fra mille imbarazzi non commentò la notizia. Grande soddisfazione è stata espressa dall’onorevole Fabrizio Cicchitto, portavoce del Pdl, che ha detto che questa "è una decisione molto positiva", e dall'onorevole Nino Germanà, del Pdl, firmatario assieme a decine di colleghi di una interrogazione parlamentare: “E’ una vittoria dello Stato, Capitano Ultimo è un eroe che va tutelato”, ha sottolineato.

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo471135.shtml


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